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L’ospedale di Santa Maria sorse nel 1421, raggruppando tre strutture precedenti: l’ospedale della Trinità, l’ospedale di San Rocco e l’ospedale di San Gregorio, che sorgevano sul tratto della via Cassia, denominata strada romana. Si trattava di una struttura di sosta, ricovero e assistenza per pellegrini e luogo di cura per ammalati.
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OSPEDALE
LA STORIA
L’ospedale di Santa Maria sorse nel 1421, raggruppando tre strutture precedenti: l’ospedale della Trinità, l’ospedale di San Rocco e l’ospedale di San Gregorio, che sorgevano sul tratto della via Cassia, denominata strada romana. Si trattava di una struttura di sosta, ricovero e assistenza per pellegrini e luogo di cura per ammalati. Il giuspatronato dell’ospedale fu dapprima della Comunità di Acquapendente, poi, a partire dal 1471 venne affidato al Rettore e al Convento di Santa Maria della Scala di Siena. Ad Acquapendente “L’HOSPITALITAS” cioè, l’antica assistenza ospedaliera, contava su diversi istituti. La notizia più antica risale al 26 Novembre 1235 e si riferisce all’ospedale del ponte del Paglia, di cui non rimane alcuna traccia nemmeno nella toponomastica locale. L’ospedale di Santa maria fu così chiamato perché si trovava di fronte alla chiesa di Santa Maria, più nota come S. Francesco, la cui amministrazione venne affidata all’ordine laico dell’ospedale di Santa Maria della Scala di Siena. L’ospedale venne diretto dai Rettori senesi per quasi tre secoli finchè il vescovo Fedeli, il 2 ottobre 1692, unì l’ospedale al Seminario. I due istituti, tuttavia, vennero resi indipendenti nel 1870.
DESCRIZIONE
Sicuramente alcune stanze dell’odierno ospedale occupano la vecchia sede di quello di S.Giovanni, fondato nel 1406. Le sue antiche origini vengono svelate sia dal portale ogivale, di sicura epoca medievale con la croce gerosolimitana posta sul suo architrave, sia da un affresco di Madonna con bambino, d’autore ignoto, posto all’ingresso. Nel 1897 iniziarono grandi lavori di restauro e fu rifatta anche la facciata su disegno di A. Piccioni. Nulla resta dell’impianto originario dell’edificio, tranne l’affresco, ancora superstite della decorazione tardo quattrocentesca, raffigurante la Madonna in trono con il Bambino benedicente. Esso rispecchia le principali tendenze della cultura pittorica viterbese del XV secolo. Il trono cosmatesco tradisce la dipendenza dal mondo tardogotico senese. con l’artista viterbese Balletta come massimo esponente; la vivacità del Fanciullo contrasta con la ieraticità compositiva della Madre, denotando una vena popolare e un forte legame con la realtà quotidiana. I due serafini posti ai lati della Vergine sembrano ispirarsi a quelli di Pastura nell’immagine tardogotica della Vergine con il Bambino attribuita ad Andrea di Giovanni e conservata al Museo Civico di Viterbo. L’affresco, staccato, si caratterizza come frammento di un ciclo di più ampie dimensioni, ormai purtroppo perduto.
BIBLIOGRAFIA
AA.VV. Acquapendente e il suo territorio. Regione Lazio, Assessorato alla Cultura, Spettacolo, Sport e Turismo. Direzione regionale cultura, sport e turismo, area valorizzazione del territorio e del patrimonio culturale. Avellino 2004.
Biondi P., Le origini del comune di Acquapendente e la Madonna del Fiore, Acquapendente 1966;
Costantini N., Memorie storiche di Acquapendente, Acquapendente 1982;
Lise G., Acquapendente. Storia. Arte. Figure. Tradizioni, Acquapendente 1971;
Peparello M. A., L’ospedale civile di Acquapendente nei suoi precedenti storici, Acquapendente 1981.
Le opere d’arte del’ospedale di Acquapendente sono state catalogate sui modelli inventariali nel 1993 dalla Soprintendenza BAS di Roma (Catalogratrice A. Capriotti); le schede sono state revisionate nel 2003 da P. Grassi per la Regione Lazio
Acquapendente Artecittà , Ospedale di santa mari della Scala.