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La chiesa di San Francesco fu ntitolata inizialmente a Santa Maria, e consacrata nel 1149 da monsignor Aldobrandini, vescovo di Orvieto. A conferma dell’originaria intitolazione a Santa Maria troviamo ancora raffigurata l’Assunzione di Maria nella lunetta della facciata della chiesa, nonché la scritta all’interno della chiesa sull’arco trionfale “Assumpta est Maria in coelum “.
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CHIESA DI SAN FRANCESCO
LA STORIA
Intitolata inizialmente a Santa Maria, la chiesa di San Francesco, fu consacrata nel 1149 da monsignor Aldobrandini, vescovo di Orvieto. A conferma dell’originaria intitolazione a Santa Maria troviamo ancora raffigurata l’Assunzione di Maria nella lunetta della facciata della chiesa, nonché la scritta all’interno della chiesa sull’arco trionfale “Assumpta est Maria in coelum “. Da principio officiata dai Benedettini, venne concessa il 20 luglio 1255 dall’Abate del Santo Sepolcro ai Frati minori stanziati ad Acquapendente presso la chiesetta di Santa Croce di Monte Adamo, fuori porta Ripa. Nel 1747, con l’intento di ridare vigore all’edificio di culto, i frati fecero realizzare una serie d’interventi sacrificando le forme gotiche originali per una soluzione in stile barocco, lasciando solo la parte del coro nella sua forma originale.
DESCRIZIONE
La facciata della chiesa si presenta con un impianto a capanna nelle sue forme semplici proprie dei frati minori. A decoro troviamo un portale in pietra scanalata bianca e rosa terminante in un ogiva, che racchiude un arco trilobato entro cui è collocato l’affresco della “Madonna Assunta”, attribuito all’artista Francesco Nasini, attivo nel convento e nella chiesa di San Francesco tra il 1640 e il 1645. Sopra il portale, un semplice rosone. A lato della chiesa, una porta conduce al chiostro del convento; al lato è presente il campanile, della prima metà del XVI secolo, la cui torre presenta tre campane, la più antica delle quali fu fusa nel 1472 dal mastro campanaro Giovanni da Ferentino e messa in opera nel 1534.
Passando all’interno della chiesa, ad una sola navata, dopo il restauro del 1970-1971, si notano sei piccole cappelle private, delle pedane e degli altari. Sul lato destro vi sono le cappelle in onore di Sant’Antonio da Padova, del ss. Crocifisso e dell’Immacolata, mentre a sinistra ci sono quelle dedicate a San Francesco, all’Assunta e alla Natività. Il secondo altare di sinistra presenta una nicchia contornata da cornice lignea al cui vertice è presente un timpano aperto con croce sormontata da tre piccoli monti con testa di cherubino, mentre nello spazio degli angoli superiori sono dipinti due angeli incoronati. Il prospetto ligneo dedicato all’Assunta, fu eseguito nel 1766 dallo svizzero Giovanni Domenico Rizzoli e da suo figlio Stefano. Il grande pannello ad altorilievo presenta la scultura su un massiccio basamento con la Madonna raffigurata in piedi mentre viene trasportata in cielo tra grandi nubi ed angeli. Sulle pareti laterali della chiesa si ergono due monumenti sepolcrali, l’uno sulla sinistra dedicato a Padre Lodovico Piacenti, mentre di fronte sul lato destro è collocato quello dedicato a Girolamo Fabrizi. Lungo il perimetro della chiesa sono disposte dodici statue raffiguranti gli apostoli, scolpite in legno di castagno e realizzate da Giovanni Bulgarini nel 1751, artista originario di Piancastagnaio. Sono alte circa due metri e si trovano collocate a coppie in sei ordini nelle cappelle laterali su doppio piedistallo a più facciate in muratura. Partendo dall’ingresso, in senso orario, troviamo: san Simeone, san Giacomo Minore, san Giovanni, Sant’Andrea, san Pietro; sulla parete opposta, san Giuda Taddeo, san Matteo, san Filippo, san Tommaso, san Giacomo Maggiore, san Paolo. Tutte le statue presentano sontuose vesti e rivelano l’attenzione dell’artista verso i particolari anatomici e i simboli iconografici; le sculture lignee, in epoca imprecisata, furono imbiancate a gesso, forse per la preparazione di una doratura o pittura mai eseguita. Furono restaurate verso il 1970 e tale lavoro durò per almeno dieci anni. Nella chiesa sono presenti altre due statue in legno di castagno attribuibili a Bulgarini e raffiguranti San Giovanni Battista e San Giuseppe: entrambi sono collocate sui barbacani, intagliati a ridosso dei pilastri che sostengono l’arco trionfale che divide la navata dal presbiterio. Un’altra statua lignea attribuita a Bulgarini è collocata nel primo altare a destra entro una nicchia centinata chiusa da un vetro e delimitata da cornici in legno rettangolari e raffigura Sant’Antonio da Padova che sorregge Gesù Bambino. Sul secondo altare di destra, eretto in onore del ss. Crocifisso, è una nicchia affrescata, datata al 1671, del pittore Francesco Nasini, con al centro la figura in legno, scolpita nel XIII secolo, raffigurante il Cristo morto in croce, attribuita a Lorenzo Maitani. Dall’aula dei fedeli, salendo tre gradini, si accede al presbiterio, che merita attenzione per gli affreschi che decorano il coro. Al centro di un’ampia predella, si trova l’altare che riprende le linee gotiche con la mensa in travertino sorretta da due serie di sei colonnine sagomate formanti archi trilobati, riprendenti il motivo della lunetta affrescata sovrastante il portale dell’ingresso. Il ciclo di affreschi che decorano la volta e le pareti del coro è firmato, sulla chiave di volta della bifora gotica, dal monogramma “F.I.L.A. 1645”, cioè frate Giulio Leonardi. Tuttavia, per l’assonanza stilistica, sono stati attribuiti a Francesco Nasini, ma non si può escludere una collaborazione fra i due artisti per le Storie di Sant’Antonio. La volta del coro è divisa in quattro settori dai costoloni, delimitati da motivi a greca, in ognuno dei quali sono rappresentate le Figure allegoriche di dodici virtù: sopra la finestra gotica nell’ordine sono presenti le Virtù teologali, quali la Carità, la Speranza e la Fede; sulla parte opposta, vi è la figura allegorica della Fortezza, rappresentata tra l’Umiltà e la Verginità. Nel settore sinistro, le Virtù Cardinali: la figura allegorica della Giustizia è rappresentata tra la Temperanza e la Prudenza. Nel settore destro della volta, sopra la parete affrescata con la Canonizzazione di sant’Antonio, è raffigurata al centro la Povertà tra la Castità e l’Obbedienza. Sopra l’arco trionfale, vi è una fascia decorata con sette medaglioni ottagonali, interamente dipinti con raffigurazioni di Santi, alternati ad elementi figurativi a croce. Sulla parete di fondo a presbiterio, è allocata la grande bifora gotica con cornice dipinta a medaglioni e figure di santi alternate a putti. La parete è decorata con l’affresco rappresentante la Gloria del Paradiso, al centro del quale è l’Incoronazione dell’Assunta fra angeli musicanti; sulla sinistra in basso è presente la figura di San Francesco, mentre sulla parte opposta quella di Sant’Antonio da Padova, entrambi in adorazione. Nella parete destra, si trova la Morte di Sant’Antonio da Padova, mentre su quella sinistra la Canonizzazione di sant’Antonio.
BIBLIOGRAFIA
AA.VV. Acquapendente e il suo territorio. Regione Lazio, Assessorato alla Cultura, Spettacolo, Sport e Turismo. Direzione regionale cultura, sport e turismo, area valorizzazione del territorio e del patrimonio culturale. Avellino 2004.
Agostini, Le chiese di Acquapendente, Acquapendente 1987;
Biondi P., Le origini del comune di Acquapendente e la Madonna del Fiore, Acquapendente 1966;
Costantini N., Memorie storiche di Acquapendente, Acquapendente 1982;
Lise G., Acquapendente. Storia. Arte. Figure. Tradizioni, Acquapendente 1971.
Le opere d’arte della chiesa di San Francesco di Acquapendente sono state catalogate sui modelli inventariali nel 1993 dalla Soprintendenza BAS di Roma (Catalogratrice A. Capriotti); le schede sono state revisionate nel 2003 da P. Grassi per la Regione Lazio.
Acquapendente città d’arte, Chiesa di San Francesco.