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L’ex convento di San Francesco di Acquapendente ha visto negli ultimi anni una serie di interventi di restauro che hanno permesso di ospitare nei locali dell’ex sagrestia la sezione Pinacoteca del Museo della Città e in una delle ex ali conventuali gli uffici dell’Eco Point della Riserva Naturale del Monte Rufeno.
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Orario di apertura: dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00
EX CONVENTO DI SAN FRANCESCO
LA STORIA
La realizzazione del chiostro che oggi vediamo dovette avvenire in un periodo compreso fra la fine del XVI e i primi decenni del XVII secolo. Come riferisce il Chiovelli “infatti, esso è sicuramente posteriore alla parte basamentale del campanile, iniziato nel 1506, dato che ne ostruisce con le sue mura perimetrali una finestra sulla fronte orientale della torre campanaria. Mentre dovette certamente precede gli affreschi delle lunette, dipinte da Francesco Nasini ed aiuti, databili agli anni prossimi al 1645, data del ciclo pittorico delle volte e pareti del coro della chiesa attigua, eseguiti anch’essi da Nasini. Il rifacimento del chiostro a pilastri dei minori conventuali, così come lo vediamo ancora oggi, dovette seguire di qualche decennio quello a colonne di stile ionico del convento degli agostiniani, iniziato prima del 1580, quando monsignor Antonio Viscontini “fece coprire a pietra viva di concio tutti li murelli che stanno atorno al claustro a sue spese”. I recenti lavori di restauro hanno permesso anche di scoprire che prima di questo chiostro a pilastri, nella stessa area del convento francescano, doveva insistere una precedente struttura claustrale impostata su colonnine, poggianti anch’esse, come gli attuali pilastri, su un muretto perimetrale. Dall’osservazione delle tracce rimaste di questo precedente chiostro, si può arguire che il colmo della sua copertura doveva limitarsi a raggiungere una quota inferiore rispetto a quella dell’attuale. Difatti, nel sottotetto dell’odierna copertura claustrale, lungo la porzione occidentale del fianco nord della navata della chiesa, si può scorgere l’originaria cornice orizzontale di protezione dell’attacco della falda del tetto del chiostro. Questa cornice appare costruita, in tufo locale, contemporaneamente al paramento, in conci disposti a filari isometrici, della chiesa. Per quanto concerne la datazione del chiostro tardomedievale, bisogna considerare che l’originaria chiesa romanica di Santa Maria in Borgo fu concessa ai francescani nel 1255, e che questi dovettero ben presto provvedere alla sua ricostruzione, visto lo stato di rovina in cui versava l’impianto chiesastico. La ricostruzione dovette procedere dalla zona absidale orientale verso occidente, come consueto. Circa a metà dell’attuale navata i lavori s’interruppero, come appare evidente dalle ammorsature murarie, tutt’oggi visibili, sul fianco settentrionale e nel sottotetto, per poi proseguire di lì a poco. La cornice di protezione del tetto dell’originario chiostro è visibile proprio lungo la parete nord di questo ampliamento occidentale, databile, in base alla mensiocronolgia dei paramenti murari, alla fine del XIII secolo. Se ne deduce che anche il chiostro originario, coevo all’ampliamento della chiesa, dovette essere eretto sul finire del Duecento. Il rinvenimento della cavità del pozzo del chiostro, decentrato fortemente in prossimità del fianco settentrionale della chiesa e spostato verso la facciata ovest rispetto al centro dell’attuale impianto claustrale, sembra mostrare come il chiostro medievale dovesse essere collocato in posizione nord-ovest rispetto all’odierna area occupata dall’attuale chiostro a pilastri.” L’ampio lavoro di decorazione pittorica eseguito per il complesso monastico da Francesco Nasini, di cui è esposta la piccola Visione di Sant’Antonio da Padova, nella pinacoteca ospitata presso l’ex connvento, nasce, circa un secolo e mezzo dopo, parallelamente alla destinazione del convento a luogo dapprima di noviziato (1642), e poi di professato, ruolo esercitato tra il 1660-64, e quindi dopo il 1673. Con questo il monastero torna ad essere centro di incontro e di vivo scambio culturale per la comunità religiosa, al crocevia tra Umbria Lazio e Toscana. Nel 1645 il pittore data l’imponente ciclo decorativo da lui eseguito nel presbiterio della chiesa, mentre circa trent’anni dopo, nel 1671, sigla e data l’affreschetto posto ai lati del crocifisso ligneo conservato nel medesimo edificio. Entro questi termini cronologici egli compie gli affreschi dell’androne del convento, alcune lunette del chiostro, e dipinti per il convento: la bella Sacra Conversazione ora in chiesa, ed alcune tele che le dimensioni ridotte attestano eseguite per le celle dei frati. La committenza di questo vasto lavoro sembra essere dovuta a Padre Giulio Leonardi, Provinciale dei Frati Minori, se l’acronimo F.I.L.A., che ricorre sia negli affreschi che nelle tele, deve essere sciolto, come propone Padre Marcello Bisconti, religioso e studioso del convento, in Frater Iulius Leonardi Aquipendi.lla di un antico insediamento dell’ordine francescano lungo un’importante stazione di confine della Via Francigena.
DESCRIZIONE
A lato della chiesa, sulla sinistra, una porta conduce al chiostro del ex convento. Sul lato sinistro della chiesa, posto in linea tra tra il perimetro nord e la parete sinistra della chiesa è presente il campanile, della prima metà del XVI secolo, la cui torre presenta tre campane, la più antica delle quali fu fusa nel 1472 dal mastro campanaro Giovanni da Ferentino e messa in opera nel 1534. Il Chiostro, a pianta rettangolare, presenta 5 archi nei lati corti e 7 in quelli lunghi. In prossimità del quarto arco spostato sul lato lungo è collocato un semplice pozzo ottagonale. Le pareti del chiostro del convento presentano un ciclo di lunette affrescate con le storie di San Francesco, dipinte da Francesco Nasini ed aiuti, databili agli anni prossimi al 1645, data del ciclo pittorico delle volte e delle pareti del coro della chiesa attigua, eseguiti anch’essi da Nasini. Fra le arcate esterne del chiostro gli intonaci conservano graffiti bicromi, rappresentanti busti di santi, che sono rimasti nelle superfici murarie.
A febbraio del 2011 Mons. Lorenzo Chiarinelli ha inaugurato i lavori di restauro del chiostro di San Francesco dei Minori Conventuali in Acquapendente. La progettazione e direzione dei lavori dell’intero restauro del chiostro e degli ambienti della ex sagrestia sono state condotte dagli architetti Marina Anna Laura Mengali e Renzo Chiovelli, con l’intenzione, condivisa dall’Amministrazione Comunale proprietaria dell’immobile, d’impiegare la struttura come polo culturale, vista la presenza, al piano terra, della pinacoteca del civico Museo della Città inaugurata a febbraio 2011.
BIBLIOGRAFIA
Agostini, Le chiese di Acquapendente, Acquapendente 1987;
Biondi P., Le origini del comune di Acquapendente e la Madonna del Fiore, Acquapendente 1966;
Costantini N., Memorie storiche di Acquapendente, Acquapendente 1982;
Lise G., Acquapendente. Storia. Arte. Figure. Tradizioni, Acquapendente 1971.
Chiovelli R. Restauro del chiostro del convento di San Francesco, in Acquapendente Notizie, gennaio/febbraio 2011.